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La giovane e coraggiosa Caterina salva la vita a quattordici ebrei, facendo splendere, nella notte della ragione, la luminosità di un animo intrepido e determinato. Passano gli anni. L'"Incomparabile bellezza" di quel gesto, insieme alla bellezza di vedere crescere i nipoti, accompagna Caterina, che non ha perso la freschezza interiore degli anni giovanili, nonostante la malinconia per la perdita dell'amato Giuseppe. L'anziana donna sente il fluire della vita che scorre nelle vene dei giovani di casa che, come naviganti attraverso mari a volte burrascosi, cercano il loro porto sicuro. Lo trovano nell'affetto della madre, Rachele, e della nonna. Il racconto di vite che si intrecciano si snoda sotto lo sguardo affettuoso dell'autrice, certa che la vita si rinnova ogni volta che un nuovo bimbo scende tra di noi. Shulamit ne è la conferma. Nasce in un mondo che sembrava destinato al buio, ma il suo arrivo riporta tenerezza e dolcezza infinite e nuove speranze.